IABW 2018, il primo grande evento economico tra due realtà diverse e vicine

da laRepubblica.it

L’Italia Africa Business Week, IABW 2018, è il primo evento del suo genere in Italia dove imprenditori africani ed italiani possono incontrarsi e comunicare. Un forum per sviluppare opportunità d’affari e accordi di Cooperazione. Due giorni di networking – il 17 e il 18 ottobre prossimi, presso lo Spazio Eventi Tirso, in via Tirso 14, a Roma – incontri e conferenze organizzati per creare partnership produttive. Un’occasione unica per anticipare il trend di crescita africano. Con previsioni di crescita senza precedenti il continente africano rappresenta il futuro per investimenti ed opportunità. Questo forum vuole essere il primo evento di una lunga serie per favorire scambi economici tra imprenditori italiani ed africani per sviluppare nuove opportunità.

Una scelta di continuità. La “Prima Conferenza Ministeriale Italia-Africa”, organizzata a Roma il 18 maggio 2016 dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, evidenziò la necessità di creare un collegamento stabile tra i due mondi. Ed è proprio per dare continuità a questo nuovo processo che viene proposto un Forum economico e commerciale, l’Italia Africa Business Week (IABW), che avrà come obbiettivo quello di facilitare la conoscenza tra il mondo economico, commerciale e finanziario africano e quello italiano. Per migliorare le relazioni, favorire la creazione delle reti e arrivare ad una crescita condivisa di entrambe le parti in modalità win-win, cioè reciprocamente vantaggiose.

Ecco i principali obiettivi.

  •  Consolidare il ruolo di IABW come strumento efficace ed efficiente per la Cooperazione economica e commerciale italo-africana.
  • Attivare collaborazioni reciprocamente vantaggiose e durevoli.
  • Predisporre una piattaforma per permettere un dialogo permanente fra i decisori politici e gli operatori economici italiani e africani.
  • Favorire collaborazioni pubblico-privato.
  • Incentivare collaborazioni tra enti di formazione italiani e africani.
  • Valorizzare la formazione e il trasferimento del «know-how» italiano in Africa.
  • Agevolare l’accesso protetto ai nuovi mercati.
  • Valorizzare e comunicare la cultura industriale italiana sui mercati africani.
  • Creare una piattaforma di connessione tra gli imprenditori e professionisti della diaspora africana e il mondo economico internazionale.

Le parole chiave della seconda edizione dell’IABW: opportunità, conoscenza, contatti, rapporti, scambio, condivisione, sviluppo, strategia, relazione, informazione, cultura (della crescita), processo, investimenti, ritorni, imprenditoria, mercato, comunicazione, diaspora, ponte, giovani, tecnologia, diplomazia e metodologia.

Le prospettive per l’Italia

L’Italia è la settima economia al mondo e costituisce il 17% del mercato unico europeo. È un Paese fortemente orientato al commercio estero, essendo decima al mondo per valore delle esportazioni e dodicesima per valore delle importazioni. L’Italia ha una storia legata alle piccole e medie imprese, ma ha anche sviluppato una forte cultura industriale, che è utile allo sviluppo del continente africano.

Le prospettive per l’Africa

L’Africa è il continente che più di altri possiede i presupposti per realizzare una crescita sostenibile. Il suo potenziale, infatti, è ancora in gran parte inespresso e l’utilizzo delle nuove tecnologie e di processi produttivi avanzati gli potranno permettere di svilupparsi seguendo strade innovative, rispettose della dimensione umana ed ambientale. Inoltre assistiamo a consistenti progressi sui temi della stabilità geopolitica, della sicurezza, della democrazia, della governance e del rispetto dei diritti umani i cui risultati vanno mantenuti e ampliati.

La diaspora: una risorsa da valorizzare

L’imprenditoria migrante, nonostante la crisi e le persistenti difficoltà è in forte crescita. Crescita così marcata da incidere in modo rilevante sul saldo positivo tra tutte le imprese iscritte e cancellate dai registri camerali nel corso dell’anno 2015/2016 (Rapporto- Immigrazione e Imprenditoria 2015 – IDOS). Siamo di fronte a un folto gruppo imprenditoriale che, se adeguatamente sostenuto, può funzionare come un perno su cui innestare promettenti azioni di co-sviluppo. Gli imprenditori migranti possono quindi essere attori di cooperazione internazionale ma possono anche accompagnare l’internazionalizzazione delle imprese italiane verso l’Africa, facilitare il trasferimento del know how e soprattutto partecipare alla formazione e alla creazione di piccole medie imprese. Sono di fatto una risorsa nelle relazioni Italia- Africa, la risorsa che vorremo valorizzare durante l’Italia Africa Business Week.

Settori di intervento

Infrastrutture Il deficit infrastrutturale rappresenta uno dei problemi più diffusi nella maggior parte degli Stati africani. Il know-how italiano in questo settore può essere decisivo per per ottimizzare l’utilizzo delle risorse e permettere agli Stati africani di raggiungere il pieno potenziale economico. Lo sviluppo infrastrutturale oltre ad attrarre gli investimenti esteri influirebbe positivamente sui livelli di commercio intra-africano

Energie Rinnovabili. In buona parte del continente non esistono ancora reti in grado di garantire una totale copertura elettrica del territorio, con tutti i disagi che questa assenza comporta. Le energie rinnovabili potrebbero rappresentare la soluzione migliore alla mancanza di elettricità ; infatti le nuove tecnologie, così come il solare o l’eolico potrebbero, in tanti casi, compensare questo gap in una modalità totalmente eco-sostenibile, economicamente e politicamente vantaggiose (molti stati al mondo soffrono la dipendenza da petrolio).

Agricoltura e Agribusiness. Il settore agro-alimentare, che va dall’agricoltura all’agroindustria, è uno dei potenziali motori per la crescita dei Paesi dell’Africa subsahariana. L’agricoltura impiega il 60% della popolazione e rappresenta il 24% del PIL della regione. Inoltre contribuisce, più di ogni altro settore, alla crescita globale del reddito nelle aree rurali; stimola la crescita in altri settori dell’economia (domanda crescente di beni e servizi prodotti al di fuori del settore), riduce i livelli complessivi di povertà, fame e malnutrizione. L’Agricoltura e l’Agribusiness sono due dei settori più promettenti per lo sviluppo del continente africano.

Nuove Tecnologie. L’innovazione è diventata essenziale per la trasformazione delle economie globali. Le nuove tecnologie – da internet alla telefonia mobile – sono risorse ormai fondamentali per consentire a un paese di essere competitivo a livello internazionale. Così come avviene per le Energie Rinnovabili, anche per le Nuove Tecnologie è fondamentale ridurre il divario digitale.

Biomedicale. La salute è un bene primario per qualsiasi Paese, ma è anche un potente volano di benessere economico dal momento che, per funzionare, un sistema sanitario ha bisogno di personale sanitario e dell’industria che produce le tecnologie mediche necessarie alla prevenzione e diagnosi, cura e riabilitazione. Il settore dei dispositivi medici può contribuire in modo determinante a questo cambio di passo nei Paesi Africani, creando i presupposti per uno sviluppo di valenza non solo economica, ma anche sociale. Per questo motivo va incentivata la collaborazione tra Italia e Paesi dell’Africa, per introdurre dispositivi innovativi e salvavita, per la formazione del personale medico-sanitario e incentivare anche la nascita di infrastrutture sanitarie e ambulatori.

Tessile e Moda. A livello mondiale l’Africa sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel settore del tessile e della moda. Su 54 nazioni, 37 sono produttori di cotone. Per questo il potenziamento dell’industria tessile potrebbe essere il perno per cambiare l’economia di alcuni paesi africani. Sviluppare l’industria del tessile può portare un significativo balzo dell’export, creare opportunità di lavoro e acquisire conoscenze ed esperienze in settori anche diversi dal tessile, tali da facilitare lo sviluppo delle capacità attraverso la formazione, la condivisione ed il trasferimento di know-how e l’utilizzo di nuove tecnologie. In questo contesto, “Il made in Italy” può giocare un ruolo strategico per una corretta evoluzione del settore tessile/fashion Africano e creare e/o cogliere nuove opportunità di crescita dello stesso.

Gli sponsor. Sono quasi 300 le aziende, le istituzioni e i media invitati a prendere parte a questo importante evento, nella prospettiva di riunire gli sforzi degli attori africani e italiani per lo sviluppo del continente africano, la crescita dell’economia italiana e per attirare l’attenzione sulle sfide e le opportunità nei vari settori chiave. Diventare sponsor dell’Italia Africa Business Week non è solo un importante momento di visibilità per la tua azienda verso nuovi attori (africani e italiani), ma significa soprattutto essere portatori di innovazione, tecnologia e formazione di alto livello. Associare il tuo nome alla seconda edizione dell’Italia Africa Business Week ti garantisce i seguenti vantaggi: › presenza visiva del marchio, › possibilità di interagire con i partecipanti, › accesso privilegiato agli ospiti di spicco, › interazione con la stampa nazionale e internazionale.

Gli espositori. Un’area espositiva di 1000 mq per presentare la tua azienda e ritagliare momenti privati con i partecipanti all’Italia Africa Business Week. In due giorni avrai la possibilità di rivolgerti non solo agli altri operatori, imprenditori africani e italiani, ma anche agli esperti del settore per incontri d’affari ed opportunità di networking.

Le aziende. L’iscrizione come partecipante comprende › Diritto di partecipazione a tutti gli eventi del forum (conferenze, tavole rotonde, workshop…) › Diritto a richiedere appuntamenti B2B nei settori di interesse › Pranzi, coffee break e apericena previsti durante le due giornate del Forum › Accesso alla rete wifi negli spazi dell’evento › Servizio guardaroba › Servizio di traduzione simultanea (francese, inglese, italiano) › Servizio di interpretariato durante i B2B › Possibilità di avere un facilitatore durante gli incontri B2B.

 

da laRepubblica, 28 luglio 2018

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