FurtherAfrica intervista ambasciatore Favilli

Pubblichiamo qui un’intervista pubblicata su Open Talk di FurtherAfrica all’ambasciatore d’Italia in Ghana, Giovanni Favilli.

 

Relazioni Italia-Ghana
con l’Ambasciatore Giovanni Favilli

FurtherAfrica ha intervistato Giovanni Favilli, Ambasciatore d’Italia in Ghana per chiacchierare sulle relazioni tra i due paesi, le prospettive e alcuni degli interessanti sviluppi economici che si sono verificati negli ultimi anni.

 

Fabio Scala: È bello incontrarla ambasciatore e grazie per aver ritagliato un po’ di tempo per parlare con FurtherAfrica oggi. Siamo amici da più di dieci anni, sin dai tempi di New York e so che lei ha lavorato anche in posti come Dubai e Hanoi, tuttavia questa è la sua prima esperienza africana, come si sente ad Accra?

Ambasciatore Favilli: Dopo aver lavorato in Europa, Asia, America e in Medio Oriente, sono felice di trovarmi in Africa, che mi fornisce una nuova prospettiva sugli affari mondiali. Il Ghana è spesso soprannominato Africa per principianti, quindi credo sia il posto giusto per iniziare. Da Dubai, un centro di investitori cosmopoliti e intelligenti, ho visto quanto l’interesse per le opportunità in Africa sia cresciuto esponenzialmente.

Gli andamenti demografici fanno di questo secolo, il secolo africano. Mentre altri continenti devono affrontare i problemi legati all’invecchiamento della popolazione, nei prossimi 30 anni si prevede che la popolazione in età lavorativa dell’Africa raddoppierà a 1,2 miliardi e poi conosciamo tutti la ricchezza di risorse naturali che l’Africa detiene.

Tuttavia, nel mondo occidentale ci sono ancora pregiudizi, errate percezioni o semplicemente mancanza d’informazioni sull’Africa il che minaccia l’investimento del capitale privato straniero nel raggiungimento del suo potenziale. Ecco perché do il benvenuto ad iniziative come FurtherAfrica.

Ci sono enormi differenze tra i 55 stati che compongono l’Africa. Un problema generale è la mancanza di infrastrutture, di costruzioni, di macchinari, d’energia e di reti di telecomunicazioni, così come la prevalenza della corruzione, l’insicurezza e la disuguaglianza. Un punto in comune è il fatto che tutti i paesi hanno crescenti aree urbane. La crescita economica sarà sostenuta dalla sempre maggiore connessione dell’Africa all’economia globale e dal miglioramento della governance.

Il racconto sull’Africa è cambiato in modo radicale e ripetutamente nelle ultime decadi. Prima era considerato il “continente nero” o “Africa senza speranza” fino al 2000, a causa della sua storia di povertà, malattie, la percezione dell’Africa è migliorata intorno al 2010, con il diffondersi di slogan come “Africa Rising” per descrivere la sua trasformazione sulle orme dell’Asia.  Nel 2018 la narrativa sul genere “Africa Rising” non è più adatta per descrivere l’attuale stato del continente. C’è bisogno di report più sfumati, contestualizzati e bilanciati.

L’Africa non è né assolutamente disperata né assolutamente piena di speranza. Non si tratta solo di Afropessimismo o Afroottimismo.

Cittadini e leaders dell’Africa hanno delle scelte da fare e noi, come diplomatici, dobbiamo essere in grado di descrivere le differenze, le opportunità, i rischi e le sfide. La creazione di un’Area di Libero Scambio Continentale è certamente un passo nella giusta direzione.

Accra ha un governo che sta creando un nuovo racconto, di un Ghana oltre l’aiuto, di africani che si responsabilizzano per il loro stesso futuro, di un paese che sta cercando di diventare più attraente per gli investitori stranieri, interessati a creare un’economia che non si occupa solo di export di risorse naturali ma che le trasforma e che aggiunge valore. Noi diamo il benvenuto a questo atteggiamento e speriamo che diventi sempre di più una realtà.

 

Fabio Scala: L’Italia ha una storia positiva di cooperazione col Ghana in un buon numero di settori, tuttavia so che ultimamente le relazioni economiche e commerciali sono le più positive di sempre, ci potrebbe parlare un po’ di più di questi progressi e degli ultimi sviluppi?

Ambasciatore Favilli: C’è un certo numero di fattori che dimostrano l’impegno dell’Italia nei confronti del Ghana. Primo, menzionerei lo scambio di visite ai più alti livelli negli ultimi tre anni, specialmente quella del primo ministro Gentiloni lo scorso novembre.

In secondo luogo, il progetto petrolio e gas di ENI nell’Offshore Cape Three Points, l’investimento straniero più importante in Ghana e in tutta l’Africa occidentale. Dopo la prima estrazione di greggio l’anno scorso, quella del gas è appena iniziata. Altre due pietre miliari per lo sviluppo del Ghana sono il frutto del lavoro di società italiane: la diga Akosombo sul fiume Volta e la raffineria petrolifera Tema.

La relazione è anche molto importante sul fronte da-cittadini-a-cittadini. La comunità ghanese in Italia è composta di oltre 70.000 persone che sono ben integrate e contribuiscono alla ricchezza culturale e alla diversità del nostro paese.

Tra queste persone, più di 4.000 hanno acquisito la cittadinanza italiana nel 2016. Nello stesso anno, hanno inviato a casa 145 milioni di dollari statunitensi in Ghana.

Ci sono tanti calciatori, il numero più importante di calciatori ghanesi al di fuori del Ghana: poco tempo fa abbiamo organizzato un evento di grande successo, il Calcio Trade Ball al Kempinski Hotel, un appuntamento per celebrare la relazione tra il Ghana e l’Italia nel calcio con tanti giocatori.

Contemporaneamente un certo numero di famiglie italiane fanno parte integrante dello sviluppo del Ghana da più di un secolo e le società di costruzioni italiane sono di casa in Ghana.

 

Fabio Scala: Ho notato che lei ha promosso uno scambio culturale molto attivo, cosa ci può dire a questo proposito?

Ambasciatore Favilli: La cultura è una parte molto importante della nostra relazione col Ghana. Abbiamo appena completato la nostra serie di proiezioni sul cinema contemporaneo italiano, avremo la Settimana della Cucina Italiana a novembre e promuoveremo la nostra lingua, il nostro stile di vita e le università, che attraggono molti studenti ghanesi. Abbiamo dato oltre 1600 visti a studenti negli ultimi 5 anni.

Fabio Scala: Qual’ è il suo messaggio per gli investitori e gli imprenditori  italiani interessati al Ghana?

Ambasciatore Favilli: Fai il tuo lavoro a casa, scegli attentamente i tuoi partner e lo staff, sii paziente e tenace. Il Ghana ha il vantaggio della stabilità politica di un business environment abbastanza prevedibile. Usalo come base per un ulteriore sviluppo in Africa occidentale. Leggi la nostra guida al business sul sito web dell’ambasciata d’Italia!

Fabio Scala: Quali sono, secondo lei, gli ostacoli in entrata più importanti e quali le maggiori opportunità per le società italiane?

Ambasciatore Favilli: Negli ultimi mesi abbiamo osservato una crescente tendenza ed uno sforzo sistematico per enfatizzare e rafforzare l’impegno nazionale, la partecipazione e la proprietà per l’investimento estero nel paese.

Il progetto Cape Three Points di ENI è il più importante investimento straniero in Ghana e in tutta l’Africa occidentale.

Capiamo le ragioni che stanno dietro contenuto locale e proprietà locale, tuttavia pensiamo che ciò possa rendere il paese e l’ambiente degli affari meno prevedibile e meno attraente per gli investitori stranieri.

Inoltre, la quota minima di capitale per gli investimenti stranieri è abbastanza alta e ciò minaccia l’accesso delle piccole e medie imprese, di cui l’Italia è ricca. Piccole e medie imprese possono anche essere molto utili al paese per l’impiego, il valore aggiunto e la formazione che forniscono e il loro contributo all’economia ed alle casse dello Stato.

I nastri rossi, la corruzione e la mancanza di infrastrutture, dall’altro lato, influenzano sia gli investitori locali che quelli stranieri.

Tra le opportunità, menzionerei tutte quelle che una mente innovativa e imprenditoriale può immaginare, facilitata da una ricchezza di risorse naturali e umane, una crescente classe media e un ambiente sicuro e stabile. Se fossi un investitore metterei i miei soldi nell’agricoltura di qualità, godendo della policy UE no tariffe, no quote per i prodotti ghanesi, oppure nel turismo eco-sostenibile. Il Ghana, per la sua sicurezza, la sua posizione e la sua natura, ha il potenziale per diventare una destinazione turistica.

 

Fonte: Opentalk – FurtherAfrica

 

 

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