COMUNICATO STAMPA “WOMEN AND BUSINESS IN AFRICA” 15 MAGGIO

Superare le barriere

Il business come catalizzatore di conoscenza e cooperazione tra Italia e Africa

 

Comunicato stampa | 15 maggio 2023

 

Il 4 maggio si è svolta, presso l’Università Luiss Guido Carli, la conferenza “Woman and business in Africa”. Ospite d’eccezione è stata Sua Eccellenza, Monica Geingos, First Lady della Namibia, Presidente della OAFLAD e fondatrice e Presidente della Fondazione One Economy, co-azionista e amministratrice del più grande fondo di investimenti privato della Namibia.  A nutrire il dibattito assieme a lei, altre quattro eccellenti relatrici: Roberta Datteri, Vicepresidente della CNA; Marta Sachy, Direttrice generale della Fondazione Aurora, Ieva Jācobsone Bellomi, Docente di International Business, Principles of Management and Organization Behavior presso la John Cabot University e Mehret Tewolde, CEO di Italia Africa Business Week. L’incontro è stato moderato dalla Professoressa Roberta Mulas, Docente di Conflict and Peace Building presso l’Università Luiss Guido Carli.  Gli interventi di queste imprenditrici hanno dato vita ad un confronto stimolante e aperto arricchito dalle loro diverse competenze ed esperienze di vita.

Mehret Tewolde ha aperto la discussione introducendo il concetto fondamentale del privilegio, spiegando come questo giochi un ruolo vitale nello sviluppo equilibrato di ogni essere e per le donne nel contesto lavorativo e sociale. Secondo Tewolde, rispetto al passato, le giovani donne di oggi godano di un privilegio fondamentale, ovvero quello della rappresentanza. Nel mondo del lavoro oggi ci sono diversi modelli di riferimento, donne africane e afrodiscendenti molto competenti che ricoprono vari ruoli a livello imprenditoriale, che possono ispirare le giovani menti diventando non solo pioniere nei loro settori, ma anche esempi da poter seguire, come quello dell’attuale Viceministra dell’ICT (Informazione, comunicazione e tecnologia) della Namibia, Emma Theofelus, di soli 26 anni.

Parlando più specificatamente del rapporto tra Italia e Africa, Mehret Tewolde ha affermato che pur riconoscendo dei miglioramenti, permane la necessità di cooperare affinché la narrazione del continente africano e degli africani stessi cambi, così come l’immagine e la percezione di essi.

Nell’introdurre la First Lady, riprendendo le parole di Mehret Tewolde, l’Ambasciatore  della Namibia, Sua Eccellenza, Albertus Aochamub, ha riconosciuto la necessità di creare un ponte di collaborazione tra Italia e Africa.

S.E. Monica Geingos nel parlare delle donne africane nell’imprenditoria, riferendosi alla sua esperienza personale, indubbiamente di alto livello, ha detto “Do not exceptionalize me, I’m not an exception” (“Non sono un’eccezione”), ciò ad intendere che bisognerebbe smettere di considerare le donne africane che hanno successo nel contesto lavorativo/imprenditoriale come dei casi isolati, delle rarità. Tante donne africane sono capaci e competenti e sono riuscite a raggiungere alte cariche con ambizione e perseveranza.

La First Lady ha portato all’attenzione del pubblico diversi aspetti correlati al tema centrale del dibattito, partendo da riferimenti storici riguardanti il passato coloniale della Namibia, parlando dell’importanza della decolonizzazione e della decostruzione del razzismo, fattore che indubbiamente fa da barriera per lo sviluppo socio imprenditoriale degli africani nei rapporti con l’estero e in special modo per le donne.  L’approccio di Sua Eccellenza è stato oggettivo, consapevole e positivo, ha sottolineato come rispetto al passato siano stati fatti dei passi in avanti per le donne in Africa e in Namibia nello specifico, evidenziando, allo stesso tempo, che c’è ancora molto da fare per rimuovere ostacoli quali le discriminazioni di genere, di etnia, e di classe affinché si cooperi con rispetto riconoscendo il valore dell’essere umano a prescindere. “A society based on getting revenge or excluding others is not a society” (“Una società basata sulla vendetta e sull’esclusione non è una società”): l’esclusione crea danni sia a livello economico che sociale e la si supera, l’esclusione, attraverso il riconoscimento dell’altro, decostruendo le dinamiche di potere.

Roberta Datteri ha proposto una lettura bidimensionale del dibattito: business in relazione alle donne africane e business in Africa in relazione a tutte le donne che non sono africane. Con particolare riferimento a questa seconda visione la Vicepresidente del CNA ha parlato del suo percorso imprenditoriale portandolo come esempio le sue esperienze di collaborazione con il continente africano. La Dottoressa Datteri ritiene che si debba partire dalle relazioni umane per poi arrivare alle relazioni imprenditoriali: “Non ci conosciamo, ci guardiamo attraverso la narrazione che viene fatta di noi, quindi bisogna partire dalla conoscenza reciproca” questa conoscenza è però ostacolata dal corollario di stereotipi che in Italia si hanno nei confronti del continente africano che invece, al contrario di quanto si pensa, ha una delle quote di donne imprenditrici più alte al mondo pari al 26%. A mancare quindi non è la qualità del tessuto imprenditoriale, ma la capacità di contaminazione reciproca che favorisce i rapporti sociali e imprenditoriali tra le donne a livello internazionale; la sua esperienza e quella di molte altre ci dimostra che un cambiamento in questo senso è possibile e necessario.  

Un altro percorso esemplare è stato quello intrapreso da Marta Sachy, che attraverso numerose contaminazioni con diversi paesi africani e non, si è concentrata sulla conoscenza e sul rispetto dell’identità delle donne. Riconoscendo il suo privilegio si è messa a disposizione delle donne cercando di differenziare l’ambiente anche dal punto di vista culturale e di approcciare alla diversità in modo intersezionale abbracciando la multiculturalità. Con la Fondazione Aurora porta avanti un lavoro fondamentale di sostegno alle donne, alle imprenditrici, facendo in modo che siano loro in prima persona a decidere quali obiettivi porsi e quali progetti realizzare.  Fondazione Aurora fornisce gli strumenti che mancano, agevola partnership strategiche diventando un moltiplicatore di opportunità.  La Dottoressa Sachy si ritrova nell’approccio partecipatorio che ha appreso in Mozambico e fa sì che quello sia il suo modo di concepire l’imprenditorialità: nella conoscenza di se stesse e nel reciproco aiuto e sostegno.

Ieva Jācobsone Bellomi, intervenendo a chiusura e moderando la fase finale del dibattito, ha fatto un paragone tra l’Italia e il suo paese d’origine, la Lettonia, notando come le problematiche delle donne siano simili: il gender gap è ancora molto ampio, le discriminazioni purtroppo sono ancora una realtà nel quotidiano per molte così come la violenza fisica e psicologica. La Professoressa ha evidenziato l’importanza di riconoscere la varietà culturale dell’Africa che troppo spesso viene considerata come fosse una singola nazione. È importante ricordare che l’Africa è un continente con al suo interno varie realtà, culture, abitudini e tradizioni che altro non sono che un valore aggiunto in ambito sociale come in quello imprenditoriale.

I contributi e gli spunti di riflessione offerti dalle relatrici sono stati molteplici, la conferenza è stata animata e piacevole, stimolante per il pubblico che non si è sottratto dal fare domande per approfondire le diverse tematiche.

Ringraziamo Sua Eccellenza, Monica Geingos e tutte le relatrici per il prezioso contributo che certamente sarà d’ispirazione per il futuro, nella speranza di poter replicare l’esperienza con un nuovo confronto creando un legame di cooperazione e scambio tra l’Italia e la Namibia. Siamo grati all’Università Luiss Giudo Carli per la calorosa ospitalità e il sostegno nell’organizzazione dell’evento certi che ci saranno nuove opportunità per collaborare in futuro.

Denise Kongo

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